Bruno Tognolini
CHISCIOTTE FENICOTTERO
EDIZIONI PRIMAVERA, giugno 2021
Collana "I Gabbiani". Letteratura teatrale per giovani lettori.
Rilegato, 92 pagine, Euro 9,50




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di Bruno Tognolini

Questo libro è un testo teatrale.
Il testo di uno spettacolo che ha girato in tutta Italia per una dozzina d'anni. Si può leggere in silenzio come un qualsiasi libro, o a voce alta e recitando le parti come un testo teatrale. Se si vuole si può anche rimettere in scena.



Presentazione di copertina
di Federica Iacobelli

Il cammino di Chisciotte
di Bruno Tognolini
  • Dal festival all'evento teatrale itinerante
  • Dall'evento itinerante allo spettacolo da palco
  • Dallo spettacolo teatrale al libro
  • Cambia il finale: i trampoli non sono gambe

  • Assaggi
  • Storia di Chisciotte Fenicottero
  • I Militi e il proclama della Legge
  • Gara poetica e secondo duello






  • PRESENTAZIONE DI COPERTINA

    di FEDERICA IACOBELLI.
    Un cavaliere errante, un Chisciotte migrante, da brutto anatroccolo è diventato Fenicottero perché più leggeva più gli crescevano le gambe. Adesso è lungo e stecco ma proprio per questo guarda ogni cosa come volando, dall'alto, e vaga per la città offrendo conforto a piccoli e grandi contro le minacce dei Militi malvagi. Quei tremendi banditi sono convinti che i libri siano nocivi, negativi, persino lassativi, e scovano e imprigionano chiunque ne tocchi uno, pronti a bruciare ogni volume come in Fahrenheit 451. Sono il Capitano Beatty e il suo non proprio fedele Montag, che al servizio di Re Toto il Grande perseguitano le belle storie insieme a chi le abbia amate o serbate nella memoria. E su tutti cercano lui, il ribelle trampoliere visionario e delirante.

    Nato in Sardegna come testo d'occasione per uno spettacolo itinerante messo in scena dalla compagnia Cada die, che l'ha poi adattato al palcoscenico e portato in tournée divertendo bambini e vincendo premi, Chisciotte Fenicottero rinasce oggi in una scrittura che conserva l'impronta e le tracce di allora eppure si rinnova, si sconcerta, s'intenerisce, si mette in cerca.
    La costante è la lingua fervida e sonora del poeta drammaturgo Tognolini, che immagina un teatro dove l'elemento ritmico scandisce sia la sequenza delle scene sia le battute, per la maggior parte in versi; dove più che le azioni possono i racconti, le canzoni, le peregrinazioni, e il duello fnale è una gara poetica, come da qualche parte nel mondo ancora avviene.

    Chi vincerà, a suon di rap e di rime? I colpi faranno male lo stesso? Teatro, Letteratura, Poesia si ritroveranno amici o nemici? E se in giro si dice che 'gli struzzi mettono la testa sotto la sabbia per non vedere', sarà forse anche vero che 'i fenicotteri mettono la testa sotto l'acqua per leggere'?


    L'intera copertina 'spianata', con le sue alette




    All'indice



    IL CAMMINO DI CHISCIOTTE

    di BRUNO TOGNOLINI


    Dal festival all'evento teatrale itinerante

    Nel 2004 e 2005 la parte ragazzi del Festival di letteratura "L'isola delle storie" di Gavoi, Nuoro, era curata dalle tre libraie della Libreria Tuttestorie e da me. Per l'edizione 2005, in complotto con la compagnia cagliaritana Cada Die Teatro, avevamo pensato uno spettacolo itinerante per vie e piazze del paese, che parlasse di libri, del loro potere nutriente, visionario ed eversivo. Nacque "PITZINNOS FAHRENHEIT" (pitzinnos in sardo sono i bambini), la cui drammaturgia intreacciava la tecnica dei trampoli nel teatro di strada (il nutriente, la crescita, la statura) con la figura di Chisciotte (il potere visionario dei libri) e col celebre "Fahrenheit 451" di Bradbury (il loro potere eversivo). La presenza fra gli ospiti di Marino Sinibaldi, allora mitico conduttore del programma di Radio Tre "Fahrenheit", non era estranea forse a queste scelte.

    Come ogni spettacolo itinerante, era disegnato sul sito, "site specific" si direbbe oggi: il Municipio era la Fabbrica di Cioccolato di Roald Dhal, il grande albero di una piazza era il Platano Picchiatore di Harry Potter; una dozzina di bambini attori, preparati da Pierpaolo Piludu, regista dei Cada Die, erano i "bambini-libro", che portavano a testimone ciascuno un titolo delle bibliografie d'eccellenza per i ragazzi; e la sfida fra Chisciotte e il Capitano Beatty era combattuta come una classica Gara Poetica sarda, a suon di ottave. Il testo, come da mia abitudine e stile, era farcito di abbondanti rime.

    Nella foto: un momento dello spettacolo itinerante a Gavoi nel 2005.

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    Dall'evento itinerante allo spettacolo da palco

    Come ogni evento cucito su un luogo e un'occasione, "PITZINNOS FAHRENHEIT" doveva vivere e bruciare in quella sola replica, che andò bene. Ma non abbastanza da appagare la compagnia e l'autore, che come spesso e giustamente accade non erano tanto felici di consumare in quell'unica fiammata tanta fatica e ricchezza di messa in scena e di scrittura. Cada Die preparò una "versione da palco" dello spettacolo, che trasformò il testo originario in copione, con una parziale riscrittura drammaturgica di Pierpaolo Piludu, necessaria a riadattare il pellegrinaggio da luogo in luogo in azione nell'unità di spazio.

    Alcune cose andarono perse, e come sempre altre guadagnate: il titolo sardo/tedesco mutò in forme più acconce al circuito italiano, e fiorì in un bellissimo "Chisciotte Fenicottero"; fu aggiunto il nuovo personaggio Sancio Panza; i trampoli altissimi, che permasero, raddoppiarono nel chiuso della scena la loro formidabile suggestione; il copione, si arricchì delle necessarie gags e spunti comici nati dall'improvvisazione degli attori. Lo spettacolo girò in tournée per ben quindici anni, vincendo nel 2009 l'ambito premio Rosa d'oro, come miglior spettacolo italiano di quell'anno. Poi, come accade a ogni opera teatrale viva, languì in qualche sporadica ripresa e infine intorno al 2018 andò in magazzino, per fare posto a nuove produzioni.

    Nella foto: un momento dello spettacolo da palco, in scena dal 2005 al 2018.

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    Dallo spettacolo teatrale al libro

    Passarono gli anni. Di rado, occasionalmente, in voce o in testi effimeri, senza mai pubblicarle, riesumai mazzetti di rime del testo originario, le più vivaci (la Marcetta dei Militi del Fuoco: "I libri sono stupidi | I libri sono brutti | I libri sono inutili | Li bruceremo tutti..."). Ma la vicenda, l'opera intera, il testo, erano morti; o forse in coma vigile, in letargo. Ci pensò Federica Iacobelli a destarli. Mi chiese in lettura alcuni miei testi teatrali per la nuova collana "I Gabbiani", delle Edizioni Primavera, che porta in vita dopo forse decenni un'audace impresa di editoria teatrale per ragazzi (qui, nel sito web dell'editore, tutto questo è spiegato con cura). Federica scelse, fra le altre poche mie proposte, "Chisciotte Fenicottero" e ci mettemmo al lavoro.

    Compresi subito, e condivisi appieno, l'impostazione redazionale di Federica e dell'editore: né brogliaccio di scena né romanzo: un classico testo di letteratura teatrale. Senza trasmutazione narrativa, senza voce fuori scena che racconti azioni o spostamenti o altre parti teatrali mancanti; lasciando in vita le "didascalie", ma ripulendole, lustrandole, togliendo loro il tono tecnico di messaggi interni, istruzioni per attori e regista che nessun altro doveva leggere, e rendendole per quanto possibile lievi e gustose al lettore di libri.

    Nella foto: il "mio" primo Chisciotte di questa storia, un'illustrazione murale di Filippo Scozzari nella Salaborsa Ragazzi di Bologna ("Dulcinea para siempre!", proclama la maglietta viola col colletto di pizzo: come avrei desiderato che il mio Chisciotte teatrale fosse così).

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    Cambia il finale: i trampoli non sono gambe

    Di nuovo in perfetto accordo con Federica Iacobelli, il testo adottato come fonte di questo libro non è stato il copione di scena della compagnia Cada Die, col nuovo personaggio e nuove battute e azioni, ma il testo primigenio dello spettacolo itinerante di Gavoi. Il motivo è semplice, implicito nello statuto della collana, che raccoglie testi, la fonte letteraria a monte degli spettacoli, non copioni, trascrizioni del fiume a valle a scopo di memoria degli attori. Ho dunque riscritto daccapo tutte le didascalie, e ritoccato qua e là alcune battute, con rade pennellate di cura verbale: ma non ho cambiato una virgola nella sequenza delle scene e delle azioni.

    Fino alla fine. Giunto al finale, mi sono accorto che in sedici anni anch'io sono cambiato: e cambiate sono in parte intorno a me le idee e i motti, le battaglie e le bandiere. Per esempio - da tempo lo avvertivo, e questa è stata l'occasione per rendermene consapevole in termini più chiari - sedici anni di proclami sulla funzione salvifica dei libri hanno reso quei proclami, così forti e nuovi allora (o tali parevano a noi), oggi ahimè spesso pigre ripetizioni, giaculatorie, talvolta dogmi e slogan. Occorreva ripompare un po' di vita. Mi suonava falso e stanco il buon Chisciotte, che dall'alto dei suoi trampoli alla fine, pur vincitore, continuava a strillare "leggete, leggete!" A lui, per dirla tutta, i libri non avevamo poi fatto tanto bene.

    Ho cambiato il finale. Sempre resterà sacro e condiviso il suo inno, di controcanto ai Militi del Fuoco: "I libri sono trampoli | Da mettere nei piedi | Il mondo è senza limiti | E da lassù lo vedi...". I libri sono trampoli, certo: ma i trampoli non sono gambe...
    Tutto si è sciolto da sé, nel più dolce dei modi: sono i bambini che gli hanno detto quasi da soli, senza quasi il mio intervento: "Ora scendi". Sì mi sono associato subito: scendi. Non startene più lassù, vecchio Chisciotte, a strillare da solo proclami, scendi e vai coi bambini. Oggi questo "messaggio" finale è molto più vero, molto più sano, e anche più bello.

    E del resto lo scrivevo già in rima tanti anni fa, ai tempi della Melevisione. FILASTROCCA DEL BUON LEGGERE
    da "Filastrocche della Melevisione", Gallucci editore

    Chino gli occhi sul mio libro
    Leggo e penso, leggo e vedo
    Leggo e sogno, leggo e viaggio
    Alzo gli occhi sul paesaggio
    Leggo il cielo, leggo il mondo
    Faccio un bel respiro fondo
    Chino gli occhi, leggo ancora
    Sto leggendo già da un'ora
    Leggo su, leggo giù
    Chiudo il libro e non leggo più
    Vado giù nel cortiletto
    Per giocare a ciò che ho letto

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    Nella foto: il "mio" secondo Chisciotte di questa storia: la marionetta che comperai a Praga e tenni davanti agli occhi scrivendo il testo teatrale. E che ancora sta lì.





    ASSAGGI. TRE FRAMMENTI DI SCENE


    Dalla scena prima. Storia di Chisciotte Fenicottero, prima parte
    Una bella piazzetta, in una bella città. E se non è bella la piazzetta o la città, tali le faranno fra poco gli eventi mirabili che vi stanno per accadere. Un grande palazzo pubblico la chiude da un lato, municipio o biblioteca o prefettura: non sapendo, lo chiameremo Municipio. Un grande albero delle piazze, ritto e ramuto, fa i sui gesti di fronde al cielo poco distante.

    Una discreta folletta di persone, radunata di fronte al Municipio, pare attendere qualcosa: molti bambini coi loro grandi, o con le loro maestre, o per conto loro. Cosa sta per accadere? Guardano qua, guardano là: cosa mai, da dove mai arriverà?

    E alla fine eccolo. Un lungo oblungo figuro, alto come un grido, sbrindellato e sferragliante, agitato e tracotante. Un cavaliere trampoliere errante che arriva a grandi zompi dal passato o dal futuro. Si fa largo fra la folla divertita e sbalordita, si ferma con le spalle al Municipio, si volta, la guarda muto per un poco, e infine esplode.
    CHISCIOTTE
    Chisciotte Fenicotte, cavalca nella notte! Chisciotte degli Stagni, solo senza compagni! Eccomi qua! Li avete visti? Da che parte sono andati?... Chi?... Come chi? I Militi, i Militi del Fuoco, coi loro carri crematori in fiamme! Son passati di qua?... Non parlate?... Non rispondete?... Avete paura, lo so, ma non dovete! Ora ci sono io, qui con voi! (la Triste Figura si erge e si gonfia nel povero petto di uccello da combattimento) Chisciotte Fenicotte, cavaliere molto errante, trampoliere delirante, per servirvi! Difensore degli oppressi! Cioè di voi! Io sono qui per offrirvi i miei servigi! La mia difesa contro qualunque offesa, in spada e rime! Contro qualunque prepotente che vi opprime. E noi lo sappiamo bene chi ci opprime, vero?... Voi lo sapete?... Sì?... No?... Ma certo che lo sapete! Nome e cognome! Si chiama Squadra Fahrenheit 451! Si chiamano Militi! I Militi del Fuoco! Bastardi felloni che girano le strade in cerca di chiunque tocchi un libro! In cerca di te, fratello!... E di te, e di te!... E soprattutto in cerca di me, Chisciotte Fenicotte! (si fa più calmo, pensieroso, sorridente: come un eroe che non gli importa niente) E perché mai mi cercano, domanderete. Be', cittadini, questa è una bella storia. Aprite bene le orecchie, perché ora comincia. Listen to me...
    Da qualche parte una musica parte. Forse un arpeggio di chitarra, narrativo.
    Il Cavaliere Trampoliere si appoggia a qualcosa di alto, si calma, si fa sognante, comincia il suo racconto con voce un po' parlante e un po' cantante.
    CHISCIOTTE
    Erano due bambini – lei si chiamava Dulcinea
    E io non ho mai capito se era – una scimmia o una dea
    Io avevo gambe troppo corte – e in testa troppa fantasia
    Lei mi guardava, mi toccava la fronte
    Poi rideva – e andava via
    La musica cambia, si tuffa in giù, si fa pesante, un cuore profondo che batte. La voce di Chisciotte la segue giù nel tamburo ed entra in rap. CHISCIOTTE
    E allora dentro me mi son trovato un modo strano
    Per fare stare lì sulla mia fronte quella mano
    Bambino troppo basso, cammino troppo lungo
    Se leggo troppi libri, allungo il passo e ti raggiungo
    Era solo un primo assaggio. Si ferma il tamburo, il Triste Figuro sospira, salta giù dalla pulsazione e ora racconta. CHISCIOTTE Ah, sì! Ho cominciato a leggere, leggere, leggere, che meraviglia! E piano piano mi son dimenticato che leggevo per crescere, per arrivare all'altezza di lei, di Dulcinea, all'altezza... della sua fronte con la mia fronte. Leggevo, leggevo, racconti, fiabe, romanzi, tutti i libri che trovavo. Viaggiavo nei mari lontani, cavalcavo nelle pianure, volavo nei cieli stellati. E proprio quando avevo dimenticato perché stavo leggendo... Proprio allora, pum, pum, torna il tamburo, la voce gli monta in groppa e torna in rap. CHISCIOTTE
    Allora cominciarono a accadere cose strambe
    Più libri io leggevo e più crescevano le gambe
    Sembrava
    Un gioco
    Per ogni libro un salto
    Ma poi a poco e poco ad ogni libro ero più alto
    Per ogni riga un pelo
    Per ogni mese un metro
    E più vicino al cielo
    E non si torna indietro
    (continua...)

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    Dalla scena seconda. I Militi e il proclama della Legge
    In simultanea con la scomparsa di Chisciotte, ecco erompere all'altro canto della Piazza un fumo grande lampeggiante di bagliori. Al suono della sirena, ormai assordante, dal fumo emerge una figura umana bardata in divisa, che avanza con piglio deciso verso la folla.

    Poco dietro di lui sbuca dal gran vapore un'apparizione ancora più strabiliante: un veicolo a pedali, si direbbe, un triciclo ferrato e corazzato, armato di marchingegni. Ricorderebbe i tricicli dei netturbini, non fosse che per l'aspetto minaccioso, e per il fumo luminoso e colorato che sprigiona da una sorta di grande caldaia montata fra le ruote anteriori. Lo conduce, dondolando sui pedali, un altro uomo in divisa che arranca affannato.

    I due si portano alle spalle della folla, che si volge per guardarli e fronteggiarli, al tempo stesso impaurita e incuriosita. Il primo figuro appiedato attende impaziente, camminando avanti e indietro e guatando gli astanti. Non appena il pedalatore lo raggiunge, scende dal suo veicolo e gli si fa accanto, lo apostrofa imperioso, ma sempre fissando la folla.
    CAPITANO
    Milite Montag, chi è tutta questa gente?

    MONTAG
    Non lo so, Capitano Beatty!

    CAPITANO
    Ma possibile che non sai mai niente! A cosa mi servi, me lo sai dire?

    MONTAG
    Servo perché quello che non so io lo sa lei, Capitano. E quello che lei non sa me lo chiede. E io non lo so mai. Ma se io non lo so, lo sa lei, e allora perché me lo chiede?
    Il Capitano Beatty cade in confusione. Ma è solo un istante: si riprende indispettito. CAPITANO
    Basta! Zitto quando parli con me! Tanto lo so benissimo chi è tutta questa gente. Sono sudditi devoti e contenti, idioti e plaudenti, del nostro Re Toto. Vero che vi piace Re Toto? (...) Come "Re Toto chi"? Re Toto il Grande, Toto Primo e Secondo e Terzo, il nostro Re e Presidente e Papa del Regno Totomondiale di Totovisione Terrestre e Celeste!
    I due si producono in un inchino elaborato, eseguito in perfetto duetto. Poi quello che – s'era capito dall'inizio – è il capo Capitano, prosegue soddisfatto. CAPITANO
    Della quale Totomaestà Totopotente io, Capitano Beatty, e questo qui, il Milite Montag, ci onoriamo di essere al servizio come 397^ Squadra di Militi del Fuoco, cacciatori e bruciatori di libri, e cacciatori e bruciatori di Ribelli!
    Il Milite Montag si fa avanti, forzando la sua voce perché suoni prepotente. MONTAG
    E a proposito: avete visto in giro un Ribelle alto alto? Lungo lungo? Con due gambe stecche stecche? Con due mani così!... Con due piedi così!... Con due occhi così!... Con due...

    CAPITANO
    Milite Montag, basta! Devo chiederlo io questo, non tu! Ma prima di chiedere se hanno visto il Ribelle che ha infranto la Legge, dobbiamo spiegare la Legge, non dici? La Nuova Legge di Re Toto il Grande, che in questa città non dev'essere arrivata tanto chiara, non è vero, sudditi? Benissimo! Aprite le orecchie, allora! Vi spiegheremo chi sono i Militi del Fuoco, e perché cacciano e bruciano i libri e i Ribelli. Pronto coi bolli a rimetta, Milite Montag?

    MONTAG
    Pronto, Capitano Beatty!
    I due si mettono in posizione altisonante e magniloquente, e il Capitano lancia il suo proclama. CAPITANO
    Re Toto Primo e Secondo e Terzo vi ama, vi chiama e vi lancia il proclama!

    MONTAG
    Rima di tagli e rima di lama.

    CAPITANO
    La Totovisione Terrestre e Celeste basta e avanza per tutte le teste!

    MONTAG
    Rima di corna e rima di peste (il Capitano si volge a lui e gli fa gli occhiacci. Montag si corregge). Perdòn... rima di feste.

    CAPITANO
    Non c'è più nessun bisogno di libri, di poesie, di racconti e di romanzi!

    MONTAG
    Rima di rutti e rima di pranzi.

    CAPITANO
    Perché quei i libri sono pieni di bugie!

    MONTAG
    Rima di guardie, rima di spie!

    CAPITANO
    E fanno male, fanno sognare, fanno pensare, danno il nervoso, senza riposo, e poi lo sappiamo come finisce con quel nervoso nelle gambe: si esce da casa in cerca di guai!

    MONTAG
    Rima di sempre, rima di mai.

    CAPITANO
    E allora, cari amici, quanti amici, tanti sudditi felici, ecco la Nuova Legge di Re Toto.
    (continua...)

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    Dalla scena nona. Gara poetica e secondo duello.

    (...) MONTAG
    Signori! Siamo pronti.
    I due si scuotono, aprono gli occhi, si dispongono alla tenzone. Montag torna di fronte alla folla e, in bonaria parodia delle sagre paesane, li introduce. MONTAG
    Bene! Cari e amati cittadini di questa città! è mio onore presentarvi i due Poeti Duellanti che si sfideranno davanti a voi... in ottava rima! Il Capitano Beatty di Bitti, sul tema "I libri fanno male".
    Applausi della folla e saluto marziale del Capitano. MONTAG
    E Chisciotte Fenicottero di Macchiareddu, sul tema "I libri fanno bene".
    Applausi e saluto impacciato del Cavaliere. MONTAG
    Si dia inizio alla gara! Parte per primo...
    Montag si volta, incerto. Occhiacci del Capitano. MONTAG
    ... il Capitano Beatty!
    La Gara ha inizio. Con toni altisonanti, da cantastorie che declamano antiche saghe, i due si fanno sul boccascena a turno e alternano le loro ottave.
    Fra l'una e l'altra, Montag dirige i due gruppi di bambini e bambine che, come i cori "a Tenores" della Sardegna, chiudono le strofe col tradizionale "Bim-bo, bim-booo...", che le Bambine, coerentemente, volgono in "Bim-ba, bim-baaa...". La folla, che rumoreggia fra le ottave, tiene vistosamente per il Chisciotte.
    CAPITANO
    I libri sono cacca del demonio,
    la fa sul mondo, per far confusione!
    Per farci arrevesciare il comprendonio,
    per farci attroppegliare la ragione!
    Io proteggo l'umano patrimonio.
    Io difendo le cose vere e buone.
    Dunque do fuoco ai libri, prima che
    siano quei libri a dare fuoco a me!

    BAMBINI
    Bim-bo, bim-booo... Bim-bo, bim-bo!

    BAMBINE
    Bim-ba, bim-baaa... Bim-ba, bim-ba!

    CHISCIOTTE
    è vero ciò che dici, o Capitano:
    i libri danno fuoco, fuoco al cuore.
    Ma questo fuoco è dolce, forte e sano,
    senza di lui la vita gela e muore.
    I libri sono il carburante umano,
    carbone che per sempre dà calore.
    La vita è fuoco, furbo e scintillante,
    la morte è fredda, rigida e ignorante.

    BAMBINI
    Bim-bo, bim-booo... Bim-bo, bim-bo!

    BAMBINE
    Bim-ba, bim-baaa... Bim-ba, bim-ba!

    CAPITANO
    Freddo e rigido è il libro, e con ragione:
    è morto, non si muove, non respira!
    Quando accendo la mia televisione,
    è il mondo intero che si accende e gira.
    Amici che ti parlano, persone!
    Una festa che accoglie, ammalia, attira!
    I libri son deserti aridi e muti,
    senza un viso che parli e che saluti.

    BAMBINI
    Bim-bo, bim-booo... Bim-bo, bim-bo!

    BAMBINE
    Bim-ba, bim-baaa... Bim-ba, bim-ba!

    CHISCIOTTE
    Il libro ti saluta, se lo sfogli
    con mani attente e con mente curiosa.
    Il suo viso lo vedi, se lo accogli,
    se ascolti la sua voce silenziosa.
    E la festa che nasce da quei fogli
    è un'esperienza tua, più d'ogni cosa.
    Perché non è per gli occhi, quella festa,
    ma è dentro, nel teatro della testa.

    BAMBINI
    Bim-bo, bim-booo... Bim-bo, bim-bo!

    BAMBINE
    Bim-ba, bim-baaa... Bim-ba, bim-ba!
    Il Capitano comincia a incrinare il tono altisonante con vene rosse di rabbia. CAPITANO
    La tua testa è un teatro di esaltati,
    pieno solo di fumo e di baccano!
    Di fantasmi imbecilli esagitati
    con occhi chiusi e libri aperti in mano!
    Son quei libri che li hanno intossicati,
    gli hanno tolto la vita piano piano!
    E ormai la loro vita è un'ombra vuota,
    la fiaba raccontate da un idiota!

    BAMBINI
    Bim-bo, bim-booo... Bim-bo, bim-bo!

    BAMBINE
    Bim-ba, bim-baaa... Bim-ba, bim-ba!
    Anche il Chisciotte ora risponde in toni accesi. Montag è sulle spine.
    (... e il resto nel libro)


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    Questa pagina è stata creata il 18 giugno 2021 e aggiornata l'ultima volta il 20 giugno 2021


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