Bruno Tognolini
RIME RIMBAMBINE
Filastrocche per vecchi
Scritte su un'infinita illustrazione di LORENZO TERRANERA


GALLUCCI EDITORE
, 30 settembre 2023
Copertina cartonata, 26 x 21,5 cm, 40 pagine, € 14.50




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di Bruno Tognolini

Un vecchio e un bambino
si preser per mano
e andavano insieme
incontro alla sera

Francesco Guccini





Racconto dell'autore
  • Il sogno lontano
  • Il sogno si avvicina
  • Il sogno incontra il segno
  • Il sogno cresce
  • Il sogno fiorisce
  • Il sogno tagliato
  • Il sogno ricucito

  • Assaggi






    C'è un bosco infinito, incantato d'autunno, dove stanno certi vecchietti, che guardano certi bambini, forse invisibili.
    Chi sono quei bambini? Forse loro stessi?
    E una nuova stirpe di albi illustrati forse può nascere, dedicati ai nostri vecchi?
    Che sono tanti, hanno vissuto tanto, e meritano la stessa bellezza che la letteratura per l'infanzia sa donare ai bambini.
    Quelli che sono stati, e un po' forse ritornano a essere.





    C'è un bosco irraggiungibile, in un autunno d'oro
    Che solo i vecchi sanno, ci vanno solo loro

    Gli anni sono lontani, i giorni son vicini
    I vecchi vanno e guardano i giochi dei bambini

    Piccole foglie brune, che prima erano verdi
    Cadono senza fine, si chiamano ricordi

    I vecchi vanno e sognano, ricordano soltanto
    I piccoli che erano: hanno giocato tanto

    Solo loro li vedono, il tempo è trasparente
    Anche gli adulti guardano, ma non vedono niente






    LA COPERTINA STESA





    RACCONTO DELL'AUTORE

    Il sogno lontano Nella home page di questo sito, in alto sotto il mio nome, si legge la didascalia "Scrittore per bambini e per vecchi". Ho inserito quel sottotitolo tredici anni fa. Avevo sessant'anni. Cliccandolo si arriva a un capitolo intitolato "Accoglienza nella 'Pagina Casa' di uno scrittore", che spiega la cosa così.

    "Un poeta per bambini e per vecchi?
    Non so perché, o non ancora, o non del tutto. Forse perché gli adulti non stiano dando degna prova di sé, ormai da anni, nella Povera Patria? E convenga quindi a un poeta dirigere le forze a consolare quelli che adulti son stati, che non partano disperati, e rincuorare quelli che lo saranno, che mettano mano all'opera con buona lena e diversi intenti?
    Forse per questo, forse no. Le nuove parole arrivano da sole, quando è il tempo: poi è compito degli oracoli, dei filosofi e dei preti interpretarle. Le parole per questa nuova qualifica d'onore, "poeta per bambini e per vecchi", mi sono giunte da poco, nell'inverno del 2010, con l'istantanea e felice certezza che stavolta non è necessario decifrarle, non subito. Per ora mi accontento (e molto) di saperlo e dirlo: poi verrà il tempo di capirlo e spiegarlo"
    .
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    Il sogno si avvicina Dieci anni dopo, a settant'anni, seguendo una vaga via nuova dei miei pensieri, ho cominciato a chiedere ai bambini, nei miei incontri nelle scuole: secondo voi cosa vul dire RIMBAMBITO? Loro un po' imbarazzati azzardavano: che non capisce? un po' stordito? un po' scemo (risate)? No no, incalzavo io: ascoltate la parola, sentitela bene, lo sta dicendo lei cosa vuol dire: "RIM-BAMBI... RIN-BAMBI... RI-BAMBI...?". "Aaah!", esclamava allora qualcuno, con la scintillina delle sinapsi che si connettono. Esatto: ri-bambino, che torna bambino.

    In quegli stessi mesi scrivevo una filastrocca, forse solo per me, e comunque inedita, intitolata RIMA RIMBAMBINA. Ecco la sua prima strofa: "Mamma, papà, vi rivedo da vecchio | Che cosa fate laggiù nello specchio? | Noi siamo qui da un milione di ieri | Ti aspettavamo, sei tu che non c'eri". Ed ecco la terza: "Sono cresciuto con un sussulto | E mi è caduto il cappello d'adulto | Sei rifiorito in un nuovo giardino | Sei rimbambito, sei rimbambino".

    Per forse tre anni questa filastrocca ha accompagnato solo me, che me la dicevo nelle passeggiate; e qualche persona molto cara, a cui la confidavo. Poi...
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    Il sogno incontra il segno Poi nel maggio del 2022 alla Fiera di Bologna, nell'agorà assolata di chiacchiere merende e sigarette fra i padiglioni 25 e 26, ho incontrato Lorenzo Terranera, che mi ha mostrato sullo smartphone una sua strana tavola. Una striscia continua che scorreva infinita (in carta è larga quattro metri). Un bosco sfocato di luce d'autunno, decorato di foglie volanti, in cui vecchietti e vecchiette, soli o in coppie, guardavano bambini chini nei giochi o saltanti, ma un po' trasparenti. Non ricordo più (ed è bello e giusto che sia così) se l'ho capito io da solo o me l'ha detto lui: quei vecchi stanno guardando se stessi bambini.

    Gli ho detto la mia filastrocca. Se ne è commosso e ha detto sì, questa è la storia. Lo facciamo? Lo facciamo. Da lì in poi è cammino editoriale. Un leporello costa molto; e - mi hanno detto in seguito le mie amiche libraie - vende poco. Era lì con noi Loredana Baldinucci, redattrice del Castoro, una delle persone più gentili e capaci che nel cammino dei libri io abbia incrociato. Era felice di quel nostro incontro. E noi subito: allora lo facciamo con voi? Proviamo?
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    Il sogno cresce Sì però, facciamo cosa? L'illustrazione c'è, ora ci vuole il testo. Mi son messo al lavoro.
    È nata la prima filastrocca, quella lunga: in cinema si chiamerebbe campo lungo, o totale. Mi son seduto al mio deschetto: era lì che aspettava, è venuta. Ma ora? Una sola filastrocca, pur di 24 versi "fa libro"? E il leporello costoso, ce lo faranno?

    Mi son rimesso al lavoro. Dopo il totale, la carrellata. Ho diviso (al tempo solo idealmente, non con le forbici) il bosco infinito continuo nelle sue scene: 12 quadri dei 12 vecchietti (o coppie di vecchietti) coi loro bambini, più un quadro di bosco vuoto. E per ognuno ho scritto una filastrocca più breve: otto versi, due quartine. E abbiamo spedito.

    Dopo una lunga attesa la risposta del Castoro è stata no. Pazienza, ripartiamo.
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    Il sogno fiorisce Ecco l'incipit della lettera che l'11 novembre 2022 ho scritto a Carlo Gallucci.

    "Ed eccomi con un'altra proposta, insolita ma nel mio stile e linguaggio: le rime. È insolita nei destinatari: sono RIME PER VECCHI. Non è una bella idea? Noi siamo scrittori, illustratori, editori per bambini. Ma ci sono pochissimi bambini. E invece tantissimi vecchi. Può essere un libro di filastrocche per vecchi, che i bambini comprano per i loro nonni?"

    Carlo Gallucci è un editore temerario: fa molto e a volte falla, come chi molto fa, ma intanto esplora l'incerto. E spesso l'incerto rischioso diventa un successo. Con questo libro rischia, e lo sa bene. Eppure ha acconsentito senza batter ciglio al sottotitolo bello grande: "Filastrocche per vecchi". Per vecchi? E chi lo comprerà? E prima ancora: i librai perplessi, grattandosi la pera, in che scaffale mai lo metteranno?
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    Il sogno tagliato Ognuno il mestier suo: ci pensaranno loro, in che scaffale mettere questo libro, noi lo dobbiamo fare. E come? Come salvare la bellezza transeunte di quella tavola panoramica infinita? Il famoso leporello? Gallucci ci ha provato, a onor del vero: si è fatto fare anche i preventivi. Non quanto temevamo, ma sempre caro. E poi soprattutto sapeva anche lui ciò che sapevano le mie amiche libraie: i libri leporello vendono poco. E allora?

    Allora non restano che le dolorose forbici. Tagliare, come io avevo tagliato idealmente il totale del bosco in scene, la lunga tavola materialmente in pagine. Non è, non sarà mai la stessa cosa. Ma che fare? Un libro di un editore per bambini che si presenta "per vecchi" ha già la sua bella strada in salita: non aggiungiamo rocce e rovi. Tagliamo.

    Ma proprio così di brutto, taglio netto? No, l'idea è venuta a Lorenzo: taglio sfumato. Se non lo scorrimento orizzontale, tentiamo almeno una qualche transizione di sguardo, simuliamo una dissolvenza incrociata. Le pagine sinistre centrano a fuoco una scena e sfocano poi nella successiva: e nella sfocatura, che si dilegua in bianco nella pagina destra, appare il testo.

    Si capirà? Funzionerà? Ma è tutto quello che possiamo fare.
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    Il sogno ricucito No, bugia, non è tutto. Gli atomi non potevano altro, ma i bit sì: ciò che sulla carta è tagliato, il web ricuce.
    Il bel bosco infinito si può vedere:

  • qui in formato JPG, a risoluzione più bassa (che sgrana ingrandendo), e...
  • qui in formato PDF, a risoluzione più alta (di lungo download).

  • In entrambi i casi si dovrà ingrandire la lunga striscia stretta, e scorrerla lentamente.

    E nel colophone del libro si trova questo:

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    QUATTRO ASSAGGI DELLE RIME RIMBAMBINE

  • 1 . La prima
  • 2 . La palla
  • 3 . Le foglie
  • 13. L'ultima



  • Rima Rimbambina



    C'è un bosco irraggiungibile, in un autunno d'oro
    Che solo i vecchi sanno, ci vanno solo loro

    Gli anni sono lontani, i giorni son vicini
    I vecchi vanno e guardano i giochi dei bambini

    Piccole foglie brune, che prima erano verdi
    Cadono senza fine, si chiamano ricordi

    I vecchi vanno e sognano, ricordano soltanto
    I piccoli che erano: hanno giocato tanto

    Solo loro li vedono, il tempo è trasparente
    Anche gli adulti guardano, ma non vedono niente

    E quei bambini giocano lunghissime altalene
    Ma chi saranno? Guardali, vedrai se guardi bene

    I vecchi vanno e sognano: quei buffi nipotini
    Sono in quel bosco pallido loro stessi bambini

    Alcuni si assomigliano, altri sono diversi
    Alcuni si ritrovano, altri si sono persi

    Il tempo è un posto limpido, è il vento degli specchi
    Dove nel chiaro argento stanno i bambini vecchi

    Ogni tanto qualcuno si arrampica, va su
    La luce si fa tenera, non scenderà mai più

    Ma dal ramo del mai, nella sera che tarda
    Quel vecchio che sarai dal futuro ti guarda

    E forse, ora che sai, nella sera che viene
    Anche tu lo vedrai, se guardi bene

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    La palla



    Da bambino lui aveva una palla
    Era grande, era bianca, era bella
    Tanto bella che non ci giocava
    La guardava, però, la guardava

    Una notte tentò la fortuna
    La calciò dentro il cielo lassù
    E nel cielo rimase la luna
    E non scese mai più

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    Le foglie



    Da bambina voleva volare
    Sulle case, sui monti, sul mare
    E batteva le braccia più forte
    Le sue braccia però erano corte

    Lei allora nel parco, in autunno
    Nella luce marrone di sonno
    Quando il vento mandava folate
    Comandava alle foglie: volate!

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    L'ultima



    Sono qui, siamo qui, guarda in alto
    Bella vita, come duri tanto
    E mai ora, mai presto, mai tardi
    Non ci siamo mai perse di sguardi

    Io ti vedo, sei quasi arrivata
    Ti conosco dal naso a patata
    Tu mi vedi, son sempre quassù
    Sono qui, sempre io, sempre tu


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    Questa pagina è stata creata il 14 settembre 2023 e aggiornata l'ultima volta il 20 settembre 2023


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